lunedì 11 febbraio 2013

Riflessioni antropologiche su una serata noiosa

Faccio una premessa: sul blog mi sento più libera di esprimermi anche su cose più serie, perchè è ovvio che essere "nascosti" dietro uno schermo aiuta ad esporsi di più.
Nello specifico, vorrei parlarmi di una mia recente esperienza... Sabato sera sono uscita con alcune amiche, che mi hanno portata nei locali di tendenza della mia zona, quelli più frequentati diciamo: un incubo. Primo posto: musica altissima, che non permette neanche di scambiare due parole, gente che ha perennemente un bicchiere pieno in mano e vaga per il locale, facendo avanti e indietro tra dentro e fuori, giusto per farsi vedere da tutti, come a dire "ehi, anche io sono qua, anche io sono nel posto giusto"... non vedevo l'ora di passare al secondo posto, perchè nella mia mente pensavo che peggio di così... ma sbagliavo di grosso! Locale che non si sa bene cosa sia, strapieno, infatti siamo costretti a parcheggiare abbastanza lontani, alcune persone sono sedute fuori a fumare e chiaccherare. Entriamo e c'è un delirio: troviamo subito un guardaroba che chiede 2€ per lasciare le giacche, al che, essendo io nuova del luogo, chiedo se dobbiamo davvero lasciare giù tutto e la mia amica mi rassicura: non è necessario, puoi anche tenerlo con te, un posto per appoggiarlo dentro si trova sempre. Predizione disattesa non appena siamo entrate nella sala principale: un marasma di gente, stipata in uno stanzone con un bar al centro, niente tavoli, niente sedie, solo un muro umano che abbiamo tentato di attraversare per arrivare nell'altra sala, dei fumatori, anche quella completamente satura. Anche qui, musica a palla, non c'è un posto dove ballare (anche volendo, lo spazio vitale a disposizione non lo avrebbe permesso), l'unica cosa che si può fare è... bere. Giusto per rendere la situazione ancora più "piacevole" essendo il sabato di carnevale, la maggior parte degli avventori sfoggiava una maschera: tendenzialmente, uomini palestrati vestiti da nerd e donne autoreggenti, abitini corti che scimiottavano sexy poliziotte/infermiere/marinarette/animali di varia natura.
Dopo questa breve descrizione, probabilmente molti diranno che è una serata tipica, che ci si diverte così, che non c'è di meglio da fare...
Quello che mi chiedo è: questo è veramente divertirsi?
Non sono una che si sfonda di alcool, mi piace bermi un cocktail o due ma niente di più, mi piace andare in discoteca di tanto in tanto, mi piacciono i posti particolari ma... passare la serata con qualcuno non vuol dire anche avere la possibilità di conversare? Condividere qualcosa? Se ogni weekend, ogni venerdì e ogni sabato il programma è sempre quello, allora le persone che ci vanno a non hanno più niente da dire? O non vogliono esporsi troppo per paura di essere giudicati e si adattano alla superficialità? Guardandomi intorno, notavo come le persone fossero esattamente le stesse in entrambi i locali, cioè è usanza tipica spostarsi da uno all'altro nel corso della serata... quindi è una convenzione sociale a cui ci si deve adattare per essere accettati? La cosa che più mi ha lasciata basita è stata che tutte le persone che erano con me dicevano "andiamo lì perchè c'è solo quello in zona, non è un granchè ma se non vuoi uscire dalla città...". Ora, non è che io viva in una metropoli, ma da qui a dire che non ci sono altri posti dove passare la serata ce ne vuole... diciamo che sembra più un "vanno tutti lì, quindi si va lì anche se fa schifo, perchè c'è la gente giusta". Ma la gente giusta, qual è?

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